“Ogni uomo ha partecipato, bambino, ai
ricordi dei suoi nonni, partecipa, vecchio, alle speranze dei suoi nipoti;
abbraccia così cinque generazioni e da cento a centoventi
anni”.
Hugo von
Hofmannsthal
Ieri, 02 ottobre, è
stata la giornata dedicata ai nonni, non che ci voglia una festa per ricordarli,
anche perché io sono una grande sostenitrice della categoria. Sarà che ho avuto
dei nonni speciali, così non è difficile
ricordarli.
Resta il fatto che
l’Italia è un paese che invecchia (se siete maschi, con gli scongiuri del caso
la vostra aspettativa di vita al momento è almeno di 79 anni, se siete femmine
beccatevi gli 84) e che non è nemmeno un paese per vecchi (non lo è per i
giovani, per le donne, per le famiglie…ma è un paese per chi?), quindi i nonni
restano comunque un pilastro delle famiglie (quelle che rimangono) e della
società (idem). Il due ottobre non è stato scelto a caso, è la data dedicata
dalla liturgia agli angeli custodi. Ciò
che i nonni sono nella maggior parte dei casi.
Purtroppo
non ho immagini dei miei nonni parterni, in compenso ne ho una che amo molto di
quelli materni, ma li voglio ricordare tutti, con quello sguardo
attraverso il tempo. Tra i miei nonni e i miei nipoti ci sono più di cento anni
che si danno la mano e uno sguardo che buca il tempo. Forse non si aspettavano
che quello sguardo arrivasse fino a qui. Ma io lo sento sempre su di
me.
LE RADICI E L’ALBERO
Noi
siamo
il vostro futuro
ciò che non avete
visto
ciò che non si poteva
immaginare
Voi
siete
la nostra storia
l’ago e il filo
un mazzo di camomilla a
seccare
per fare sogni
buoni
Ciò che non si dimentica
non muore
Dell’albero le
radici
non si vedono,
quelle
che mi seguono
ovunque io vada
e mi consolano
Ai miei nonni,
a tutti coloro che
stanno sull'albero
e a quanti possono
godere dei suoi frutti e della sua ombra
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