3 ott 2014

vi rigiro integralmente una pagina imperdibile di Anna Martinenghi.

“Ogni uomo ha partecipato, bambino, ai ricordi dei suoi nonni, partecipa, vecchio, alle speranze dei suoi nipoti; abbraccia così cinque generazioni e da cento a centoventi anni”.

Hugo von Hofmannsthal

Ieri, 02 ottobre, è stata la giornata dedicata ai nonni, non che ci voglia una festa per ricordarli, anche perché io sono una grande sostenitrice della categoria. Sarà che ho avuto dei nonni speciali, così non è difficile ricordarli.

Resta il fatto che l’Italia è un paese che invecchia (se siete maschi, con gli scongiuri del caso la vostra aspettativa di vita al momento è almeno di 79 anni, se siete femmine beccatevi gli 84) e che non è nemmeno un paese per vecchi (non lo è per i giovani, per le donne, per le famiglie…ma è un paese per chi?), quindi i nonni restano comunque un pilastro delle famiglie (quelle che rimangono) e della società (idem). Il due ottobre non è stato scelto a caso, è la data dedicata dalla liturgia agli angeli custodi.  Ciò che i nonni sono nella maggior parte dei casi.

Purtroppo non ho immagini dei miei nonni parterni, in compenso ne ho una che amo molto di quelli materni, ma li voglio ricordare tutti, con quello sguardo attraverso il tempo. Tra i miei nonni e i miei nipoti ci sono più di cento anni che si danno la mano e uno sguardo che buca il tempo. Forse non si aspettavano che quello sguardo arrivasse fino a qui. Ma io lo sento sempre su di me.


LE RADICI E L’ALBERO


Noi
siamo
il vostro futuro
ciò che non avete visto
ciò che non si poteva immaginare

Voi
siete
la nostra storia
l’ago e il filo
un mazzo di camomilla a seccare
per fare sogni buoni


Ciò che non si dimentica
non muore
 
Dell’albero le radici
non si vedono,
quelle
che mi seguono
ovunque io vada
e mi consolano

 

 
Ai miei nonni,
a tutti coloro che stanno sull'albero

e a quanti possono godere dei suoi frutti e della sua ombra

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